Così come il lato egoico di un individuo non rappresenta e non potrà mai rappresentare di per sé il male assoluto, stessa cosa si può dire riguardo al Pensiero automatico. Il principale errore in cui è facile cadere in ambito del “lavoro su di sé” è quello di credere, o ancor peggio convincersi, che il Pensiero automatico lo si possa annullare completamente. Premesso che un lavoro serio e costante di una vita intera può assolutamente tendere ad avvicinarsi a questo estremo, sono convinto che ciò non sia possibile (se non con la morte fisica, probabilmente!). Ed è giusto così! Anzi, il termine più adatto è “sensato”.

 

L’obiettivo da perseguire a favore di uno sviluppo della propria coscienza non è di certo quello di “uccidere” ed eliminare qualcosa, semmai quello di acquisire un determinato potere (trasmutabile in dominio) su quel qualcosa. In tal senso la tecnica di Savasana (da me praticata sin dalla giovane età in modo del tutto spontaneo e naturale) credo sia un’ottima tecnica mirata proprio al dominio del Pensiero automatico-associativo, tecnica mirata oltretutto all’accesso cosciente nei Mondi onirici: dal Sogno lucido fino ad arrivare alle vere e proprie O.B.E. Out of Body Experience.

 

La pratica del “Cadavere squisito”, sia essa eseguita in forma poetica, segnico-pittorica, illustrativa o fotografica (collage), ritengo possa rappresentare un potente strumento di analisi e presa di coscienza dei propri e altrui meccanismi mentali. Provocare, infatti, deliberatamente Pensiero automatico con l’esercizio allena la facoltà di riconoscimento dello stato emotivo ed enterocettivo che solitamente ne caratterizzano l’innesco prima e la manifestazione poi, a un livello solo inizialmente subcoscienziale.

 

L’unico modo che si ha per acquisire veramente dominio su una cosa è quello di scandagliare, esplorare, indagare nel profondo la cosa stessa.

 

A questo punto potrebbe sembrare che non ci sia divergenza alcuna tra questa mia prima analisi e il proposito della poetica surrealista, basata sulla libera espressione del funzionamento reale del pensiero, attraverso quello che André Breton coniò in “automatismo psichico”.

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Eppure una differenza c’è, eccome!

 

La spinta al libero accesso alla Surrealtà bretoniana aprì (molto probabilmente all’insaputa degli stessi artisti che aderirono al movimento) una breccia non solo nel mondo dell’inconscio (di quell’Io di fresca influenza freudiana), ma anche e soprattutto sui mondi del Sé reale, imbevuti di antiche simbologie e insegnamenti di natura ermetico-alchemica. “Corpus hypercubicus” di Salvador Dalì (di cui trovate un articolo esplicativo proprio nella sezione ARTEsegreta) ne è un esempio incredibilmente significativo, che dimostra come l’automatismo, la follia, l’assenza condizionante della morale, l’erotismo rappresentassero in fondo degli “strumenti” decisamente azzeccati, utili non solo alla libera espressione, ma all’accesso diretto a piani sapienziali ispiratori di pura Ricerca esoterica.

 

È mia convinzione che i deliri parossistici degli artisti surrealisti del 900 si incontrano con l’urgenza di donne e uomini del XXI secolo che comprendono, oggi più che mai, l’importanza della meccanicità funzionale bio-psico-fisica della propria persona in quanto ente divino di un mondo retto da Leggi spirituali e "ultradimensionali". 

Sia chiaro, già i surrealisti si resero conto che gli effetti dell’automatismo (anticipato dal pensiero DADA) non potevano essere relegati al solo concetto di espressione del caso, ma a una sondabile connessione psichica che si innescava, per esempio, nel processo creativo di gruppo durante la pratica de “Le Cadavre exquis”. E non a caso la chiamo “pratica” poiché ciò che il "cadavere squisito" può donarci ancora oggi è, in tutto il suo apparente paradosso e al pari di una pratica yogica, l’accesso alla tanto agognata Mente calma. In tal senso, reiterare pensieri e azioni automatiche, se fatto in modo volontario e consapevole, può portare a sviluppare maggior controllo degli automatismi stessi.

 

Non è forse questo il senso gurdjieffiano dell’Osservazione di sé?

Osservarsi per capire, comprendere e imparare.

 

Dunque, è proprio questo che mi motiva a proporre e consigliare questa pratica. In fondo, dietro al “gioco” si nascondono potenti insegnamenti. Ne costituiscono validi esempi il “Dilettevole giuoco dell’Oca”, gli Scacchi, i Tarocchi. “Le Cadavre exquis”, per ciò che mi riguarda, rientra a pieno titolo tra i “giochi” esoterici e pratiche di magia più potenti, utili e interessanti.