ARTEsegreta
Sardinia mistica. SANTI, CROCI, MORI BENDATI, FANCIULLE, LUNE PAGANE, CRISTIANI E SANGUE DI DRAGO.
ANALISI ESO-ALCHEMICA
LINGUAGGI ESSERICI
Mi capita di sostenere piuttosto frequentemente, in special modo nel corso delle mie lezioni
e conferenze, che la lingua italiana è a tutti gli effetti una lingua esoterica (e questo senza neppure
dover scomodare Dante). Una lingua sottilmente legata alla Tavola numerologica che ne disvela, a sua volta, numerosi e stretti legami con il simbolismo alchemico, con alcuni principî esserici e, non ultimo, con i caratteri rappresentativi e più significativi della Legge dell'Ottava.
Ciò premesso, in relazione al tema che ho scelto di trattare in questo articolo mi preme sottolineare
come non sia un qualcosa di cui stupirsi il fatto che la regione Sardegna sia la quattordicesima in ordine alfabetico nella lista delle regioni appartenenti allo stivale italico. (Chi prende o ha preso parte ai miei corsi sa cosa il n. 14 rappresenta all'interno della Legge dell'Ottava).
Ma questo è solo l'inizio!
Acutizzate i vostri sensi e fate buon viaggio...
Sardinia
Mistica
Santi, croci, mori bendati, fanciulle, lune pagane,
cristiani e sangue di drago.

Cenni di analisi eso-alchemica d'una vera isola misteriosa
NUMEROLOGIA SARDOTERICA
*NEW
ARTICLE
©Mar 2023


La parola "SARDEGNA" nasconde già, agli sguardi disattenti di chi non ha "occhi per Vedere", la sostanza di quella che è, di fatto, la sua magia intrinseca. La parola in questione, infatti, si compone di 8 lettere, il che potrebbe sembrare a primo impatto una semplice e insignificante coincidenza, se non fosse che la lettera E (legata, come i più desti sanno, a un importante da un punto di vista esoterico intervallo musicale ben preciso) divide la parola stessa in due gruppi di lettere: 4 da una parte e 3 dall'altra, ovvero quel 4-3 che sottintende il sinergismo creativo-organizzativo implicito nelle ben note Leggi del Tre e del Sette (sacro-bibliche o di enneagrammatiche memorie, tanto per fare un paio di esempi).
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Alle volte è più difficile credere all'evidenza che non alle tante frottole
che ci sono state raccontate nell'intero arco della nostra esistenza!
Andando avanti, si può facilmente osservare che la parola S-A-R-D-E-G-N-A è composta da 5 consonanti e 3 vocali (5+3 = 8, nella tipica forma archetipale).
Come se non bastasse, la somma teosofico-numerologica d'insieme restituisce il n. 33 (ancora una volta l'Ottava, il numero dell'Essere e dell'essenza nel più ampio concetto di "morte e resurrezione", inutili ierofanie cognitive per le menti delle masse e degli inconsapevoli).
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SACRA ISOLA
Terra nell'Acqua la cui Aria incontra il Fuoco.
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Sono convinto che saranno sufficienti già queste brevi premesse a chi in possesso anche di poche conoscenze nel campo del simbolismo numerologico per comprendere meglio l'energia emanata da questa terra antica, la cui storia mistica si perde nella notte dei tempi.
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Tra miti e leggende... osserva quel che Vedi!
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Come si può non parlare di quello che, attraverso mille cambiamenti, di quest'isola ne rappresenta ancora oggi il simbolo? Non starò qui a ripercorrere la storia di questo stendardo, la cui evoluzione grafica è ricca di interpretazioni e ipotesi e confuse correlazioni storiche. Trovo decisamente più interessante fare di quest'icona un'analisi esoterica.
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LA CROCE
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Quella che viene chiamata la Croce di San Giorgio (la croce di colore rosso su fondo bianco) è caratterizzata, nella versione con le quattro teste di moro, dai tre colori simbolo dell'Opera alchemica, sommati a un chiaro rimando al n. 8 (e a un po' meno evidente rimando al "tre volte otto" 888).

Bandiera del Regno di Sardegna - Corteo funebre dell'Imperatore Carlo V
SAN GIORGIO
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Il San Giorgio che si celebra in molti luoghi del territorio sardo non è lo stesso San Giorgio martire conosciuto, perlopiù, per la leggenda che lo vede "eroe" protagonista nell'uccisione del famelico e "nefasto" Drago. Eppure, l'omonimia, la data celebrativa nella seconda metà di aprile e la presenza della croce-crociata sulla bandiera isolana hanno fatto sì che le due figure si confondessero e, nell'immaginario collettivo, si sovrapponessero.
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Tutto ciò mi dà lo spunto per ampliare questo articolo con una lettura "altra" del San Giorgio e il Drago nella notissima iconografica pittorica di Paolo di Doni, o Paolo Doni, più conosciuto come Paolo Uccello.

San Giorgio e il Drago - Paolo Uccello (1456 ca.) - Olio su tela 57×73 cm - National Gallery, Londra.
SAN GIORGIO E IL DRAGO
Paolo Uccello
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Come capita spesso (e ben venga, sia chiaro!), di un'opera artistica si possono leggere innumerevoli interpretazioni, da quelle le cui ipotesi si aggrappano ad appigli storico-storicistici più o meno provati, a quelle più fantasiose che si inerpicano a mani nude su alte pareti rocciose, fatte di congetture e proposte interpretative fin troppo spesso prive di senso.
Cosa si può aggiungere, dunque, all'analisi di un'opera come questa
sulla quale, nei secoli, è stato detto e ridetto tutto ormai?
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La risposta, per ciò che mi riguarda, è piuttosto semplice:
la miglior cosa che si può fare è svuotare la mente e...
GUARDARE L'EVIDENZA!
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San Giorgio e il Drago è un dipinto a olio su tela (57×73 cm) di Paolo Uccello, conservato alla National Gallery di Londra e databile al 1460 ca. Il pittore ne fece almeno altre due versioni (una delle quali sarà oggetto di alcune brevi considerazioni più avanti).
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La scena si anima apparentemente di quattro personaggi, due umani e due animali:
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nella parte sinistra
1. la Principessa Silene
2. il Drago
nella parte destra
3. San Giorgio
4. il Cavallo
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Mi assumo la responsabilità delle mie affermazioni nel sostenere che in realtà Silene e il Drago non sono affatto personaggi (perlomeno non nella tipica accezione del termine), bensì rappresentano chiaramente un principio, nello specifico il principio Femminino. In tal senso la grotta oscura, dimora del Drago, non è altro che archetipo della Vagina della Dea, la mandorla mistica di cristiana iconografia.​
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Ciò che Paolo Uccello ha rappresentato, dunque, è una allegoria della Legge dell'Ottava, rafforzata, non contento, dalla presenza della Spirale retroversa, visibile sulla destra del dipinto, fatta di nubi che si addensano al di sopra della testa del frettolosamente così considerato "eroe" della nostra storia.
Qualcuno potrebbe chiedersi... ok, ma dov'è la prova provante di tutto questo?
Io rispondo che l'osservatore ce l'ha sempre avuta davanti agli occhi, per secoli:
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la Principessa Silene, affatto spaventata dal Drago, checché ne dica la "storiella" associata alla scena, e giunta fino a noi, che vuole... la principessa invitata da San Giorgio a legare la bestia senza timore con la sua cintura perché la segua in città "come una mansuetissima cagna", nella realtà vuol rappresentare il dominio (e attenzione, non la sopraffazione) del Fuoco sacro del Centro creativo sessuale, simboleggiato proprio dall'Energia sessuale femminile.
Il Drago ha dei curiosi cerchi sulle ali: ne sono visibili 6 di cui 3 sotto l'ala destra e 3 sotto quella sinistra, il che porta alla facile deduzione che ce ne siano altrettanti celati nelle facce delle ali non visibili che, se vero, porterebbe il numero dei cerchi a 12. Ma un attento osservatore non può non vedere che ogni cerchio in realtà ne contempla due, il che porta il numero totale dei cerchi a 24 che è la somma "trigona" del numero otto, la Triplice Ottava.
Ebbene, se qualcuno pensa ancora che tutto questo sia frutto di pura coincidenza è invitato a notare che i 6 cerchi visibili sono gli elementi costitutivi di tre otto.
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Sulle molteplici implicazioni simbolico-geometriche legate alla Triplice Ottava rimando, chi interessato, alle mie lezioni e conferenze.
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Che il Drago sia legato al simbolo lunare del femminile è inoltre evidenziato dal quarto di luna calante (spero di non sbagliare definizione) che si intravede sul muso del Drago stesso e che ricalca l'identica forma della luna nel cielo. Il sangue a terra del Drago, con buona pace dei catto-bigotti, non c'entra veramente nulla con il sangue del colpo inferto dalla lancia del cavaliere, ma è sangue mestruale della Dea "pagana" che da sempre "fertilizza" la Terra. Infine, le 6 unghie con i 4 denti aguzzi in evidenza sono la sintesi della Legge dell'Ottava nella forma 6 e 4 (64).
A conferma che Silene e il Drago rappresentano il medesimo principio, i colori dei due sono i tre colori verde, bianco e rosso (più l'oro della principessa) di cui si potrebbe parlare per ore.
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Qualcosa non vi risuona ancora?
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Abbiamo detto che avremmo accennato ad una seconda versione della tematica del dipinto sempre ad opera di Paolo Uccello. Qui mi limito a farvi notare gli 8 punti evidenziati sull'ala del drago e la sottolineatura, neppure così sottile, della coda ordinatamente arricciata per 3 volte: 8x3 = 888.
La principessa Silene stavolta sembrerebbe avere le mani congiunte in segno di "Amèn", simbolo di Unità divina data dal 5+5. Che ci crediate o no a tutte queste stupide asserzioni d'un povero visionario, la somma teosofica dei termini Silene-Drago restituisce, guarda caso, il numero 55.

San Giorgio e il Drago - Paolo Uccello (datato successivo al primo) Olio su tela 52×90 cm - Museo Jacquemart André.
BREVE CONSIDERAZIONE
Se qualcuno avesse la malsana idea di fare copia-incolla di questi concetti, gettandoli alla maldigestione del grande stomaco tecno-digitale, sappia che sarebbe un’operazione tanto stupida quanto totalmente inutile. La profonda comprensione di ciò che è espresso in questo articolo (e negli altri contenuti in questa rubrica ARTEsegreta) prevede, ahivoi, decenni di studio, di dedizione, di intuizioni, di esperienze, di pratiche meditative e di centinaia di collegamenti analogici tra tradizioni egizie, yogiche, cabalistiche, alchemiche e magico-esoteriche di vario genere che non si comprano al supermercato, tantomeno si acquisiscono leggendo un estratto di un libro o un articolo, ma attraverso il duro lavoro di una vita intera e il rispetto per chi è più avanti lungo il Sentiero di Luce.
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Ci vorrebbero ore di analisi per approfondire i tanti concetti espressi.
Lungi da me risultare esaustivo con la stesura di un semplice articolo, mi auguro di aver stimolato
la curiosità di chi magari mi legge per la prima volta.
Ma prima di concludere…
ho parlato quasi nulla della figura di San Giorgio, della leggenda e della storia e di ciò che questo "Santo" (le virgolette vogliono essere esplicite) ancora oggi per molti rappresenta da un punto di vista simbolico.
Or dunque, signori, tornando alla Terra sarda e alla magia ancestrale ad essa legata
(e che in parte, destino ha voluto, scorre anche nelle mie vene) e più in particolare allo stendardo
di San Giorno con i 4 mori, invito tutti a riflettere prima di legare la propria fierezza e il proprio orgoglio d'appartenenza a un simbolo alla cui base vi è un principio condizionante che ne offusca i più alti
principi che nella bandiera stessa, per fortuna, è possibile scorgere.
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Naturalmente, sono disponibile ad approfondire e a chiarire
la mia posizione al riguardo con chiunque me ne farà richiesta!
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Un'ultima briciola lasciata lungo il cammino dei viaggiatori dello Spirito prima di concludere:
nel primo dipinto il solco a forma di ferro di cavallo (posto sulla parte erbosa) a cui si sovrappone prospetticamente lo zoccolo del cavallo impennato coincide con la lettera U, iniziale del "cognome" (per così dire) del pittore, lettera che nell'alfabeto occupa la 21esima posizione: XI Il Mondo, negli Arcani maggiori dei Tarocchi, ovvero il molteplice nell'unità, il due nell'UNO... ma questa è un'altra storia!